TALK TALK - Spirit of Eden (1988)

C'è ancora chi storce il naso quando si parla di musica degli anni ottanta.

Mentre i soliti bacchettoni non la finivano di rimpiangere i ruggenti seventies, mentre la musica diventava un prodotto di consumo studiato a tavolino per un mercato sempre più segmentato, molto prima che nascessero "scuole" e "talent show" per insegnare a ragazzini con velleità artistiche cosa dovrebbe fare un artista per essere un artista... c'erano questi Talk Talk che decidevano di intraprendere la strada più difficile: abbandonare il (seppur buono) synth-pop degli esordi per volare in alto, altissimo. 

Un po' controcorrente, senza tanto clamore, senza strombazzamenti vari, senza marchette, forse senza neanche il giusto apprezzamento da parte del grande pubblico.

Ma con un discorso di fondo ed una coerenza artistica ben precisa: è infatti l'opera che deve anteporsi all'autore e parlare per lui, non viceversa, con l'autore che porta in giro la sua opera cercando di darla in pasto al pubblico e questa, inevitabilmente, diventa vecchia e si consuma e sa di già visto ancor prima di uscire.

Una preziosa lezione che gli artisti improvvisati di oggi (armati di reflex, occhiali e barbetta da hipster, favella citazionista e ideologie da quattro soldi) dovrebbero tenere bene in mente.  

Indipendentemente dalla loro sfera d'interesse.

Vabbé. Divago, come sempre... ma sul mio blog potrò anche permettermelo, no?

Senza farla tanto lunga, vi confido un segreto: raramente ho sentito cose che si avvicinano alla bellezza di quest'album. 

Ascoltatelo.