ATHENA (con mini tutorial)
Ma cosa intendo per definitivo? Una versione di questo disegno realizzata in bianco e nero con una buona soglia di contrasto, leggibile e stampabile, senza sporcature. Come si può ottenere questo risultato? Scegliendo una matita preliminare sufficientemente pulita e precisa da poter poi ripassare con la china (o con dei pennarelli adeguati, o con un software specifico per la grafica e il disegno... oggi abbiamo a disposizione un'infinità di mezzi diversi per ottenere la stessa cosa).
Nota: è sempre così quando il disegnatore la butta un po' in caciara (tecnicismo coniato nelle migliori scuole di graphic design ad Oxford) disseminando ovunque, ed in maniera del tutto gratuita, linee cinetiche, di ricerca e di costruzione all'interno di una bozza.
Il tratteggio selvaggio infatti, funziona molto bene con i grigi della matita e molto meno con la china (specie nel fumetto e nella grafica, dove ogni segno di matita è tracciato in funzione del ripasso, della resa stampa, della leggibilità complessiva dell'immagine)1.
Un occhio esperto però non si lascia ingannare dai molti tratteggi e dalle 50 sfumature di grigio della matita, e saprà cogliere rapidamente i punti critici di questa bozza, ovvero:
1) trovare una sintesi per la muscolatura del torso,
2) trovare una soluzione chiaroscurale soddisfacente per la gamba in secondo piano (la sinistra),
3) trovare il modo di rendere piacevole il viso e l'espressione del personaggio in uno scorcio così insidioso (troppo, troppo facile disegnare ragazze pettorute in mezzobusto frontale di tre quarti n.d.A. ).
Ecco perché bisogna andare a lavorare spesso per sottrazione: solo eliminando le linee parassitarie si può arrivare alla giusta sintesi.
In questa fase ho usato una micromina 0.3 HB su un foglio giapponese molto liscio.
Decido di ripassare utilizzando principalmente un pennarello micrometrico graduato 0,1 e per qualche sporadico tratto utilizzare il 0,03 o una penna biro molto sottile. Una volta ripassato, sgommo piccole porzioni di foglio per volta (avendo cura di dare brevi colpi di gomma seguendo sempre lo stesso verso) in modo da non danneggiare il tratto di pennarello e non macchiare il foglio.
Il tratto di pennarello infatti, seppur abbastanza sinuoso e modulabile, non ha certo la stessa coprenza del tratto a china fatto col pennello o col pennino; tende dunque a sbiadire se si sgomma il foglio con energia eccessiva muovendo la mano in tutte le direzioni.
Eventuali (ma praticamente immancabili, purtroppo) macchie e sbavature presenti sempre o quasi sempre su un disegno inchiostrato in maniera tradizionale, vanno coperte con una pecetta, tempera bianca o un inchiostro bianco apposito molto coprente.
Ho anche sentito di barbari che grattano via le macchie dal foglio con una lametta, raschiando via lo strato superficiale sporco, ma non ne vedo il vantaggio rispetto ai metodi di pulizia sopracitati.
Avete notato che malgrado la precisione delle ultime matite (e la perizia nel ripassarle) il disegno finale faccia un effetto ancora una volta COMPLETAMENTE DIVERSO dalle versioni preliminari?
Questo era un disegno a piacere, ma purtroppo non ho tempo di dedicarmi alla sperimentazione artistica personale. Anche se mi piacerebbe e mi farebbe molto bene (soprattutto dal punto di vista psicologico ed emotivo).
Per adesso mi fermo qui. La prossima cosa "mia" a... non tanto presto 😟 .
Il bianco di titanio Maimeri a tempera è altrettanto efficace.
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NOTE:
A meno che tu non sia la reincarnazione di un Gustave Doré, di un Bernie Wrighston o di chiunque capace di dare un senso a quei tratteggi.
Se poi invece stai sperimentando e vuoi scientemente un effetto incisione o un un effetto fumetto-vintage, allora la cosa è ok... ma l'importante è non buttarla in caciara.
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